California on the road, itinerario di un viaggio da sogno
Immense spiagge, fresche montagne, aridi deserti, foreste che si perdono a vista d’occhio: la California non delude mai le aspettative di chi si trova a viverla. Che siate appassionati di grandi metropoli o amanti della natura, poco importa, qui nella West Coast troverete certamente un luogo, un paesaggio o un ricordo che vi resterà nel cuore.
Così è stato per me già due anni fa, nel 2014, quando arrivai in California al termine di un lungo viaggio on the road che mi aveva condotto, senza mai usare aerei, da New York a San Francisco. Inaspettatamente, esattamente 24 mesi dopo, mi sono ritrovato in questo bell’angolo di mondo, grazie al progetto #CaliforniaDream di Vita da Turista, Europ Assistance e Lufthansa in collaborazione con Visit California. Questo mi ha permesso di approfondire le più nascoste sfumature di questa terra, un po’ come rivedere una vecchia fiamma dopo alcuni anni e ritrovarla più bella di prima.
Prendi tre perfetti sconosciuti, mettili su un volo Lufthansa da Milano a San Jose, via Francoforte, dai loro un piccolo SUV e fagli scoprire le bellezze e l’ospitalità californiana. Il risultato? I tre sconosciuti diventano amici e la California diventa la spettacolare scenografia di un’avventura piena di risate, tramonti e buon vino.
San Jose, la nostra prima tappa, è una meta decisamente strategica: nel cuore della Silicon Valley e poco distante da San Francisco ma con un aeroporto decisamente meno affollato. Approfittiamo della vicinanza delle sedi dei giganti tecnologici mondiali per fare una visita ad Apple, al Campus di Google, al quartier generale di Facebook nonchè all’Università di Stanford.
Lasciata la Silicon Valley ci dirigiamo verso nord e arriviamo a San Francisco. E’ sempre piacevole passeggiare in questa città, a patto di essere in buona forma fisica, dato che le colline rendono le strade più simili a montagne russe. Il famoso Pier 39, costruito su uno dei moli di San Francisco, offre una splendida vista sulla baia, con i chiassosi leoni marini e con l’isola di Alcatraz ed il Golden Gate non di rado avvolti da una leggera e misteriosa nebbia. Dopo due giorni in città e dopo aver collaudato i freni della nostra auto e la mia abilità alla guida scendendo la tortuosa Lombard Street, continuiamo il nostro percorso verso nord, non prima di aver attraversato il Golden Gate Bridge.
Lungo la strada per Bodega Bay, tranquillo borgo marittimo nonchè location del film Gli Uccelli di Hitchcock, ci fermiamo per qualche ora a Sebastopol, nel cuore della Contea di Sonoma. La parola d’ordine da queste parti è buon vino: lo si capisce dalle numerose winery in cui poter degustare i piacevoli prodotti enologici californiani. Successivamente ci dirigiamo verso l’Armstrong Forest: se si arriva qui dopo una degustazione di vini a Sonoma County, alla vista delle prime, altissime, sequoie, verrebbe da pensare di aver alzato un po’ troppo il gomito. In realtà questi giganti sono veramente lì, saldi, in quei luoghi da migliaia di anni, con altezze che superano spesso i 100 metri. Si tratta di sequoie sempreverdi, diverse dalle sorelle giganti che è possibile trovare nel Sequoia & Kings Canyon National Park, i cui tronchi sono più spessi ma la cui altezza è leggermente inferiore.
A metà strada verso South Lake Tahoe, raggiungiamo Sacramento, capitale della California, che sorprende per la sua atmosfera semplice e tranquilla. Immancabile la visita a Old Sacramento, vicino al fiume, ricostruita come all’epoca della corsa all’oro. Caratteristica anche la stazione ferroviaria, da cui transitano ancora oggi i magnifici treni a vapore.
Qualche centinaio di miglia ed i paesaggi mutano completamente a South Lake Tahoe, la sponda meridionale del più grande lago alpino del nord America: acque cristalline circondate da foreste di conifere. Qui d’inverno la neve cade abbondante e gli sciatori prendono d’assalto le numerose stazioni sciistiche dei dintorni. Il Nevada è dietro l’angolo e lo si vede dai numerosi casinò che sorgono sulle sponde del lago.
Il nostro viaggio prosegue verso sud e costeggia la catena montuosa della Sierra Nevada. Prima di arrivare a Mammoth Lakes, un’altra popolare stazione sciistica, facciamo tappa a Bodie, un’impressionante città fantasma che avevo già ammirato due anni prima. Bodie fu creata nel 1859 durante la corsa all’oro. In pochi anni diventò la seconda città della California, con 10.000 abitanti e ben 65 saloon. A Bodie ci scappava un morto ogni giorno, tra banditi, avventurieri e predicatori. Gli inverni erano troppo rigidi e, quando l’oro si esaurì ed un incendio negli anni ’30 distrusse gran parte della città, le case vennero sgomberate. Oggi resta tutto come allora, dalle finestre si vedono le immagini pietrificate di un tempo, tutto è lì a prendere polvere da decenni. Vecchie poltrone, cappotti appesi, carte da parati che si staccano dai muri. C’è proprio tutto… tranne gli abitanti.
Per tornare nuovamente sulla costa, attraversiamo lo Yosemite National Park percorrendo il Tioga Pass, che sale ad oltre 3.000 metri sul livello del mare. Lo Yosemite ha bisogno di poche presentazioni: primo parco naturale protetto del mondo, è uno dei più lampanti esempi di valle glaciale, dominata dai due famosi monoliti El Capitan e Half Dome. I giorni trascorsi da queste parti sono una vera e propria ventata d’aria fresca, tra lunge passeggiate immersi nella natura e adrenaliniche zipline nella vicina Mariposa (ci si lancia con delle imbragature su delle lunghissime e alte corde metalliche).
Dopo qualche giorno siamo di nuovo di fronte l’oceano Pacifico, nella cittadina di Monterey, famosa per uno dei più belli e suggestivi acquari del mondo. Non c’è molto tempo per rilassarsi, però, dato che ci aspetta una delle più belle strade degli Stati Uniti: la Highway 1 che costeggia il mare da Monterey a Morro Bay ed attraversa l’incredibile Big Sur, dove le montagne scendono a picco sul mare ed i paesaggi riescono a lasciare senza fiato ad ogni curva e ad ogni scorcio.
Un giro in barca a Morro Bay ci da l’opportunità di avvistare decine di delfini e, soprattutto, le balene che, a qualche miglio dalla costa, sguazzano nelle profonde acque dell’oceano. Continuiamo a percorrere la Highway 1 verso sud ed approdiamo a Santa Barbara in serata, dove riposiamo ospitati dall’accogliente Best Western Plus Pepper Tree Inn. La città conserva ancora qualche traccia del passato spagnolo, soprattutto nelle case coloniali costruite in adobe, miracolosamente sopravvissute ai terremoti. Il curato lungomare di Santa Barbara è un luogo perfetto dove andare in bicicletta, magari prima di rilassarsi ammirando un tramonto sulla spiaggia o di una passeggiata nell’animata State Street. Da vedere anche la Mission, fondata nel 1786, e la County Courthouse, un tribunale costruito nel 1929 con uno stile spagnoleggiante ma davvero ben fatto, che offre una splendida vista sulla città salendo in cima alla torre.
Lasciata Santa Barbara rientriamo nell’entroterra californiano e ci dirigiamo verso il deserto. Palm Springs è una vera e propria oasi all’interno della Coachella Valley, sovrastata dal monte San Jacinto, su cui è possibile salire prendendo l’Aerial Tramway, una teleferica le cui cabine ruotano su loro stesse, mentre passano in pochi minuti da 800 a oltre 2.800 metri sul livello del mare. I paesaggi qui sono davvero unici. Difficile, infatti, restare indifferenti di fronte la bellezza del Joshua Tree National Park, diviso tra il deserto del Colorado e il deserto del Mojave, dove crescono i famosi Joshua Trees, arbusti appartenenti alla famiglia della yucca (e non dei cactus). Da Palm Springs è inoltre possibile realizzare escursioni per scoprire da più vicino la faglia di Sant’Andrea: ci si addentra in canyon sempre più stretti, modellati dall’energia della terra e dagli agenti naturali.
Dopo una bella scorpacciata di natura selvaggia è arrivato il momento di ritornare tra grattacieli e freeway, approdando alla nostra ultima meta di questa incredibile avventura: Los Angeles. Pernottiamo a Santa Monica, vicino al molo, e trascorriamo la nostra penultima notte in California dirigendoci a piedi verso Venice Beach, con una lunga passeggiata in riva al mare. Il giorno seguente, invece, in giro per Los Angeles: tra Beverly Hills, downtown e l’immancabile Hollywood con la sua famosa Walk of Fame.
E dove ammirare il nostro ultimo, commovente, tramonto se non in cima all’Osservatorio Griffith? Con il cielo che si infuoca su questa immensa città, poco prima di riflettere la sterminata distesa di luci, mentre i suoni lontani della metropoli fanno da sottofondo ad uno spettacolo quasi surreale.
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